Il prestigiatore Cesare Gabrielli, ovvero perché se vivi a Pisa devi vedere un film di De Sica

“I bambini ci guardano” del 1943 è un capolavoro del neorealismo, ma contiene anche una ragione locale per la quale ve ne suggeriamo la visione

di Antonio Petrolino

In queste settimane in tanti hanno cercato di aiutarci a passare il tempo domestico forzato.Velocemente sono apparsi corsi di ginnastica, di pizza napoletana e di giardinaggio e anche consigli per la lettura, l’ascolto e la visione. Tutti noi ne abbiamo tratto beneficio. Non essendo una rivista di settore, Seconda Cronaca non ha pensato di fare la stessa cosa. Solo che poi ci è venuto in mente un film e abbiamo cambiato idea.

Oggi vi proponiamo un film e non siamo soliti farlo. Quindi, come a volercene scusare, iniziamo giustificandoci. La questione è perché una testata locale e non di settore decida di proporre al suo pubblico, locale e anch’esso non di settore, la visione di un film. Ecco elencate alcune classiche motivazioni. Perché il film è stato girato a Pisa: falso! Perché si parla di Pisa: ma quando mai! Perché si vede la Torre: no, è girato a Roma e Alassio. Perché vi recitano attori pisani: no! La ragione è che in questo film appare un pisano (di Pontedera) la cui carriera è avvolta dal mistero, o meglio detto, la cui carriera è il mistero. E il pisano, nel film, recita sì, però interpreta se stesso. Si chiama Cesare Gabrielli. La vicenda di quest’uomo è così singolare che nel 1965, quando è morto ormai da oltre vent’anni, il giornalista Dino Buzzati prende un treno da Milano verso Pisa per saperne di più. Questo episodio lega il cinema al giornalismo e lo fa nello scenario della nostra provincia, per questo ve ne vogliamo parlare. Buzzati è cronista e inviato al Corriere della Sera e la storia ne farà uno dei più grandi, forse il maestro di tutti. Scrive spesso di esoterismo e credenze popolari, tanto che nel 1965 tiene sul Corriere una rubrica che si chiama “In cerca dell’Italia misteriosa”. Sono le ricerche per questa serie di articoli che lo portano a Pisa. Venerdì 3 settembre 1965 il Corriere pubblica un suo pezzo dal titolo “Gabrielli, vecchio fantasma”. Il Corriere è milanese, l’autore veneto di nascita, ma questo articolo è un’affascinante indagine giornalistica pisana.

Partiamo dall’inizio. Cesare Gabrielli è un mago, prestigiatore e illusionista. Nasce a Pontedera nel 1881 e da giovane fa il barbiere. Scrive Buzzati che un giorno, per superare un cagnone che blocca l’ingresso alla casa di un cliente che ha richiesto una barba a domicilio, Gabrielli lo ipnotizza. Il cane, non il cliente. Dopo questo episodio inizia con i primi spettacoli per bambini, poi aggiunge numeri più complicati e gira per i piccoli teatri della zona, ma le voci sulle sue doti corrono rapide. D’Annunzio lo definisce “l’uomo del futuro” e iniziano le tournée in mezzo mondo. Negli anni Venti del Novecento Gabrielli è una celebrità. In quel periodo a Pontedera, Pisa e dintorni si vede raramente, sempre impegnato in giro per il mondo.

Gabrielli morirà nel 1943 a Firenze, un anno dopo avere preso parte alle riprese di “I bambini ci guardano” di Vittorio De Sica. Per una scena del film, il regista ha bisogno di un prestigiatore. Si tratta di un ruolo secondario, ma non minore. Il film si sviluppa attorno alle menzogne messe in scena dai “grandi” di fronte ai bambini. Così anche lo spettacolo del prestigiatore, quello che dovrebbe distogliere i bambini dalle bugie, è una bugia anch’essa, l’illusione di un prestigiatore. Per questo ruolo De Sica potrebbe usare un attore, invece sceglie un professionista vero e si affida a Gabrielli. E, forse per riconoscenza o forse per la fama di cui Gabrielli, sebbene a fine carriera, gode ancora nel 1942, il regista decide di fare apparire il nome dell’illusionista nel film, quindi Gabrielli non recita il ruolo di un prestigiatore, ma è se stesso. Torniamo a Buzzati. Nell’articolo del 1965 il giornalista non fa riferimento a questo film, concentrando le indagini su chi ha conosciuto Gabrielli per comprenderne la personalità. La sua guida locale è Ferdinando Giannessi, professore universitario con residenza estiva a Buti. È lì che i due si incontrano prima di spostarsi a Pontedera, città natale del mago. Seguono due incontri con testimoni che definiscono carriera e carattere del personaggio, dall’aspetto, magrissimo come nel film, alla fortuna e alla decadenza di fine carriera, periodo in cui, scrive Buzzati, il mago fumava cento sigarette e faceva spettacoli privati in cambio di tabacco e cognac. Tra gli intervistati dal giornalista del Corriere è proprio Giannessi a ricordare di avere visto a Pisa uno spettacolo dell’illusionista. Nel dialogo con Buzzati, il professore specifica: “Ero in prima liceo e lo vidi a un avanspettacolo al Cinema Teatro Umberto”. Giannessi nel 1965 ha 39 anni, lo scrive Buzzati nell’articolo, quindi la sua prima liceo corrisponde a circa il 1940. Il Cinema Teatro Umberto è quello che poi, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, diverrà il Cinema Italia. La struttura del cinema esiste ancora, intatta, e contiene i locali di Benetton su Corso Italia. 

Lo spettacolo a cui fa riferimento Giannessi appartiene agli ultimi anni della carriera di Gabrielli, proprio il periodo in cui partecipa al film di De Sica, ma la vera gloria è precedente. L’articolo di Buzzati sul Corriere, infatti, attacca così: “Chi si ricorda Cesare Gabrielli, il famoso ipnotizzatore degli anni Venti?”. Prima di questo articolo e di questo film, noi Gabrielli non lo conoscevamo, però oltre a essere lettori di articoli di Buzzati e spettatori di De Sica siamo un giornale, quindi abbiamo pensato facesse parte delle cose giuste mettere un po’ del nostro lavoro su questa storia. Così ci è venuto in mente di cercare sulla stampa pisana del primo Novecento un segno del passaggio in città del mago all’apice della carriera. Ci mettiamo a consultare online l’emeroteca del Servizio Bibliotecario Nazionale dell’Università di Pisa. La ricerca appare lunga e complicata perché cercando “Gabrielli” vengono fuori centinaia di risultati, mentre la chiave di ricerca più ristretta “Cesare Gabrielli” non ne fornisce alcuno. Allora ci ricordiamo che, ne “I bambini ci guardano”, Gabrielli è presentato da un cartello con un improbabile appellativo, che non è mago, né prestigiatore, né illusionista. Il ricordo è vago, e il cartello nel film non c’è. Ci sono dei volantini però, lanciati da un aereo sulla spiaggia di Alassio e raccolti da un gruppo di bambini. Il volantino presenta lo spettacolo di magia di un prestigiatore chiamato “Prof. Gabrielli”. Ecco come lo chiamavano: professore! Torniamo sul sito dell’emeroteca e inseriamo la nuova chiave di ricerca: 2 risultati. Il primo è un numero de Il Corriere dell’Arno del 1880, troppo antico, Gabrielli nascerà un anno dopo, nell’81. Il secondo è Il Ponte di Pisa del maggio 1918. Allora clicchiamo e sfogliamo. 

Su Il Ponte di Pisa di quegli anni esiste una rubrica intitolata Fra Parrucche e Gibus che presenta i più interessanti spettacoli cittadini della settimana. È tra quelle righe che troviamo l’annuncio che il “prof. Gabrielli” sarà a Pisa, al teatro Rossi, il 25 maggio del 1918. Così, a questa storia che lega assieme con un filo (magico e invisibile!) il più grande cronista, un geniale prestigiatore tabagista, un capolavoro del cinema italiano e la nostra città, aggiungiamo, un po’ emozionati, un microscopico tassello. E lo ripubblichiamo per intero dopo 102 anni esatti: Fra Parrucche e Gibus // Al Rossi.Il famoso lettore del pensiero prof. Gabrielli terrà due sedute al Rossi Sabato sera 25 e Domenica sera 26 corrente. Gli esperimenti di trasmissione del pensiero hanno grande fascino sul nostro pubblico che si diverte e si distrae in un passatempo di curiosità e di decenza.