Quando si davano i filmacci a “porche chiuse”

Dal “giallo erotico di Vecchiano” all’affaire delle “Casalinghe in umido”. Quindici anni di scandali sessuali pisani a mezzo stampa raccontati in un articolo di Seconda Cronaca del 2014, apparso nel numero intitolato “Pisa erotica” (che apriva con l’editoriale “Pisa non è erotica”)

di Simone Rossi, immagine di copertina di Michela Biagini

Già ci stiamo prendendo una bella responsabilità ad aprire questo numero dicendo che Pisa non è erotica quando il suo monumento più famoso è un simbolo fallico per eccellenza. Se poi trascorriamo una mattinata in emeroteca a spulciare nella cronaca locale dell’ultima quindicina d’anni in cerca di “scandali sessuali”, sulle prime rischiamo di cascarci. Perché se Pisa non è erotica, la stampa ha provato spesso a farci credere il contrario.

Il primo caso giornalistico che rinveniamo ci porta nella vicina provincia. Il 26 febbraio 1999 su Il Tirreno scoppia il “giallo erotico a Vecchiano, in subbuglio per una pellicola hard”. In cronaca di Pisa il quotidiano titola “Quando l’attrice del film porno è la ragazza della porta accanto”. Una signorina del paese avrebbe girato un film a luci rosse o, come si diceva una volta tra ragazzi, un filmaccio. Firmando sì un contratto dotato di clausola che ne doveva impedire la distribuzione nella zona di residenza della protagonista, ma in qualche modo la pellicola è arrivata a Vecchiano scatenando “dapprima risatine, ammiccamenti, poi un passa parola imbarazzante. La notizia, come nelle migliori tradizioni, è passata di bocca in bocca…”. L’articolo successivo è datato 2 marzo: “Altri interpreti di film hard a Vecchiano”. Dal sottotitolo, “Circolano anche nei bar pellicole con altre ragazze e uomini del paese”, esce l’immagine di un fenomeno dilagante in un vero luogo di perdizione, ma è nel corpo del testo che troviamo il capolavoro. Un secondo film porno sarebbe stato fatto vedere in un locale non lontano dalla sede comunale… “ovviamente a porche chiuse”! Soltanto un refuso o un intenzionale colpo di genio?

Ricerchiamo inutilmente le stesse notizie su La Nazione, ma dobbiamo tornare su Il Tirreno per recuperare, con un balzo in avanti di circa tre anni, un caso passato alla storia. 13 giugno 2002: “La città a luci rosse”. “Pisane Hard, una videocassetta che fa scandalo”, “Protagoniste una bellissima commessa del centro e una ventenne infermiera” sono titolo e sottotitolo di un servizio che ci informa che è stato “girato un lungometraggio dove le roventi protagoniste a luci rosse sono nostre «vicine di casa»”. Dall’emblematico titolo Casalinghe in umido, mostrerebbe oltre 180 minuti di scene calde e il tema sembra quasi monopolizzare l’attenzione cittadina, anche grazie alla (astuta?) progressiva aggiunta di piccoli particolari volti a solleticare la curiosità dei lettori. Nell’edizione del giorno seguente si titola “Pisane hard, è caccia alle «attrici»”. “Una esplosione di curiosità sulla videocassetta che fa scandalo”. E ancora “Di sicuro alcune scene sono state girate tra Coltano e l’inceneritore”, poi l’attacco del pezzo: “Il sesso che fa notizia, il sesso che fa opinione, il sesso che divide una città…”. Un crescendo che prosegue il 15 giugno. “Il film hard? È la punta di un iceberg”, “Si stringe il cerchio intorno alle protagoniste pisane hard del film in edicola da martedì…”. Ma proprio quando la suspense sale alle stelle e si approssima la tanto attesa commercializzazione del film, tutto pare sgonfiarsi e Il Tirreno non ne parla più.

Su La Nazione pure di cotanta faccenda non si è scritto affatto, ma anche questa testata deve smuoversi per forza quando, diversi anni dopo, salgono alla ribalta i fatti della segretaria di un circolo PD di una frazione di San Miniato riconosciuta sulla scena di un altro film pornografico. Ci spingiamo di nuovo in provincia ed è già il 29 giugno del 2011. “Recita nel film porno, sospesa dal PD”, “Choc nel partito: giovane segretaria del circolo invitata a dare le dimissioni”. Siamo in cronaca di Pontedera/Valdera, ma c’è la politica di mezzo e la questione si fa subito nazionale. Perciò due giorni dopo la notizia va… in Primo piano Pisa: “Il centrosinistra è scosso. «La ragazza deve meditare»”. Su Il Tirreno, invece, la vicenda passa dalle pagine di S. Croce/S. Miniato/Castelfranco (“Ex politica diventa attrice porno”, “Il comune di San Miniato in subbuglio: in tanti l’hanno riconosciuta”) direttamente a pagina 2: “Il sindaco difende l’attrice hard: brava ragazza”. Siamo ormai ai giorni nostri. Ci accorgiamo che i casi di stalking sembrano andare molto più di moda, forse perché prima non c’era un inglesismo a identificarli. Sui giornali ogni tanto spunta quello che vede l’attore pisano Andrea Buscemi accusato da una sua ex e risaltano i vip da lui citati come testi al processo. Gli scandali di una volta non ci sono più.